Massi Dicle

Ugo Panella

Ugo Panella ha iniziato la carriera di fotogiornalista documentando i conflitti del Centro America alla fine degli anni ’70, in particolare la guerra civile in Nicaragua e più tardi quella in Salvador. 

La sua passione per la fotografia di denuncia e di impegno civile lo ha in seguito portato in vari luoghi del mondo, dove la vita quotidiana è fatta di violenza e dove la dignità umana non ha valore. 

In Egitto, al Cairo, ha raccontato la vita in un cimitero abitato da un milione di senzatetto che hanno fatto delle tombe la loro dimora; in Bangladesh, la fatica di migliaia di uomini che nel porto di Chittagong smantellano navi cargo a due dollari al giorno. Sempre in Bangladesh, in collaborazione con Renata Pisu, l’inviata di Repubblica, ha fatto conoscere all’opinione pubblica mondiale la condizione di migliaia di ragazze sfigurate dall’acido solforico perché rifiutano le “avances” di uomini violenti. L’inchiesta, ripresa dalle maggiori testate internazionali, ha costretto il governo di quella nazione ad introdurre pene gravissime per chi si rende responsabile di tali crimini. 

Con Soleterre Onlus (soprattutto in Ucraina, ma anche in Marocco, Salvador e Guatemala) ha realizzato un reportage sui tumori infantili derivanti da disastri ambientali, illustrando i progetti sanitari e l’assistenza alle famiglie dei bambini malati; mentre in Italia grande scalpore ha destato la sua foto-inchiesta nell’istituto psichiatrico Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, in Calabria, dove centinaia di persone vivevano in condizioni di abbandono. Quest’ultimo progetto è stato poi tradotto nel libro fotografico “In direzione ostinata e contraria” e in una mostra itinerante. 

Ugo Panella è un profondo conoscitore dell’Afghanistan e delle persone che ci vivono, tra paura e resistenza tenace a un regime che toglie diritti e libertà. Da molti anni documenta i progetti di microcredito della Fondazione Pangea Onlus in quel paese.

Ha lavorato anche in Albania, India, Sri Lanka, Filippine, Oman, Cipro, Palestina, Somalia, Etiopia, Sud Africa, Iraq, Ucraina e Sierra Leone. Il suo ultimo lavoro è dedicato ai flussi migratori in Africa, soprattutto da Mali, Nigeria, Gambia e Senegal. 

Nel 2009, a Sarzana, ha ricevuto il premio al fotogiornalismo Eugenio Montale.

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