I robot e il genio italiano, immagine creata da Danilo Giovannangeli

Idee

I robot e il genio italiano

| Rita Cioce

Quando ho deciso di scrivere questo pezzo sui robot a matrice italiana non avrei mai pensato di dover arrivare al Cinquecento per scoprirne le radici; perché di fatto il primo robot di cui avevo memoria era Caterina e risaliva al 1980. Un robot tuttofare dalle fattezze femminili, protagonista insieme ad Alberto Sordi del film "Io e Caterina". 
Sono sicura che la gran parte delle persone che in quegli anni hanno visto questa pellicola, non potevano immaginare che di robot se ne parlava già cinquecento anni prima.  

Immagine tratta dal film con Alberto Sordi

Infatti, il primo robot è stato commissionato nel 1562 da Filippo II di Spagna all'ingegnere italiano, Juanelo Turriano, maestro orologiaio prima di Carlo V e poi appunto di Filippo II. 
Si trattava di un monaco meccanico, e vi sorprenderà sapere che è ancora funzionante, ed è attualmente conservato al National Museum of American History di Washington, non ci credete? Guardate il video!

 

Il monaco meccanico era un oggetto di grande interesse per i contemporanei, che lo vedevano come un miracolo dell'ingegneria e della tecnologia. Era considerato un vero e proprio capolavoro, capace di suscitare meraviglia e stupore in chiunque lo vedesse in azione. L'idea di creare un automa umanoide è stata sviluppata nel corso dei secoli, ma il monaco meccanico di Filippo II di Spagna resta uno dei più famosi e riusciti. Questo automa era costituito principalmente da parti in metallo, che gli permettevano di muoversi e camminare in modo fluido e realistico. 
Il monaco meccanico di Filippo II di Spagna è diventato un simbolo della creatività e dell'ingegnosità italiana, e ancora oggi rappresenta una fonte di ispirazione per molti. La sua storia ci ricorda che anche nel passato, quando la tecnologia era ancora rudimentale, gli uomini erano capaci di realizzare grandi cose grazie alla loro genialità.

Secoli dopo, nel 2017, è stato presentato il robot cattolico, SanTO, ideato da un professore universitario italiano che insegna in Giappone. Si tratta di un progetto sviluppato dall'Università Cattolica di Milano, in collaborazione con alcune aziende del settore tecnologico, ed è stato creato per rispondere alle domande sulla fede, sulla religione cattolica, e per aiutare le persone a pregare e a meditare, soprattutto i giovani, grazie ad una serie di funzioni interattive. La sua creazione ha inevitabilmente sollevato alcune polemiche riguardo alla compatibilità con i principi della religione. 
Ma questa è un'altra storia...

Il Made in Italy, dunque, non è solo moda, cibo e vino. 
Grazie alla creatività, all'artigianalità e alla qualità dei suoi prodotti il nostro Paese ha saputo conquistare un posto di primo piano anche tra i produttori di robot. 
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una vera rivoluzione nel settore della robotica, e le aziende italiane stanno investendo sempre di più nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni robotiche innovative, in grado di soddisfare le esigenze più disparate. 
Dalle aziende manifatturiere alle piccole e medie imprese, fino ai professionisti del settore medico e sanitario, la robotica italiana sta diventando sempre più una realtà concreta e in grado di rispondere alle esigenze del mercato.
Uno dei punti di forza della robotica Made in Italy è la qualità dei materiali utilizzati e l'attenzione al design; per questo i prodotti italiani sono molto apprezzati anche dal punto di vista estetico.
Grazie alla sua capacità di innovare l'Italia è in grado di competere con i Paesi più avanzati nel campo della tecnologia, offrendo soluzioni personalizzate e di alto livello.
Gli ingegneri italiani hanno sviluppato robot altamente sofisticati che possono svolgere una vasta gamma di compiti. Grazie alla loro precisione e velocità, i robot sono diventati essenziali per l'assemblaggio di prodotti complessi come automobili, elettrodomestici e dispositivi elettronici, e grazie all'automazione, le aziende italiane hanno potuto aumentare la loro produzione.
Oltre all'industria manifatturiera, i robot italiani sono stati utilizzati anche in altri settori, in particolare nella chirurgia robotica, dove possono effettuare interventi chirurgici complessi con maggiore precisione rispetto ai chirurghi umani. Anche la ricerca scientifica si avvale di robot, per esempio per esplorare le profondità degli oceani e per studiare le condizioni meteorologiche in atmosfere estreme. Grazie ai robot, gli scienziati possono effettuare ricerche in ambienti pericolosi o difficili da raggiungere, senza mettere a rischio la vita umana. 

Tutto questo vi pare poco?

Direi di no! I robot italiani sono diventati una risorsa preziosa per molte industrie e settori diversi, e stanno rivoluzionando il modo in cui lavoriamo e viviamo.

La robotica Made in Italy è già presente in molti paesi del mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, passando per il Giappone e l'Europa. Grazie alla sua capacità di innovare e di adattarsi alle esigenze del mercato, è destinata a diventare sempre più un punto di riferimento per il futuro della tecnologia e dell'industria.

 I robot e il genio italiano, immagine creata da Danilo Giovannangeli

Ma quali sono oggi le aziende straniere di robotica presenti sul nostro territorio che si avvalgono del genio italiano?

In Italia esistono numerose aziende che si occupano della produzione di robot, sia per l'industria che per la ricerca. Tra le più importanti vi sono Comau, ABB, KUKA, Fanuc e Yaskawa. 

Comau è un'azienda specializzata nella produzione di robot industriali e sistemi di automazione. Fondata nel 1973, è uno dei leader mondiali nel settore dell'automazione industriale, con una vasta gamma di soluzioni per la produzione di automobili, veicoli commerciali, macchinari per l'industria pesante e altri settori manifatturieri. La sua gamma di prodotti comprende robot collaborativi, robot antropomorfi e robot speciali che possono essere personalizzati per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti.

ABB è un'azienda multinazionale di origini svizzere che produce robot, sistemi di automazione industriale e tecnologie per l'energia. In Italia, ABB ha sede a Sesto San Giovanni ed è uno dei principali produttori di robot industriali, con una gamma di soluzioni che spaziano dal robot collaborativo ai robot per applicazioni in ambienti ad alta velocità e precisione. Questa azienda offre una vasta gamma di prodotti, tra cui robot antropomorfi, robot collaborativi, robot mobili e sistemi di automazione industriale. La sua tecnologia avanzata è utilizzata in diverse industrie, tra cui quella automobilistica, alimentare e farmaceutica.

KUKA è un'azienda tedesca che ha acquisito nel 2016 la divisione robotica di Comau, ma ha mantenuto la sua sede italiana a Torino. È specializzata nella produzione di robot collaborativi e soluzioni di automazione industriale per settori come l'automotive, la logistica, il food & beverage e l'elettronica.

Fanuc è un'azienda giapponese che produce robot industriali e sistemi di automazione per l'industria manifatturiera. In Italia, Fanuc ha sede a Pero, vicino a Milano, e offre una vasta gamma di soluzioni di automazione, dai robot collaborativi ai robot per applicazioni di saldatura, verniciatura e manipolazione di materiali.

Yaskawa è un'azienda giapponese specializzata nella produzione di robot industriali, sistemi di automazione e tecnologie per l'energia. In Italia, Yaskawa ha sede a Basiglio, vicino a Milano, e offre soluzioni di automazione per l'industria manifatturiera, l'automotive, la logistica e altri settori.

Negli ultimi anni, l'Italia ha fatto grandi progressi nella produzione di robot e nella robotica in generale. Le aziende si sono concentrate sulla creazione di macchine intelligenti in grado di automatizzare processi industriali, migliorare la qualità del lavoro e aumentare la produttività.

Anche la start-up italiana YuMiGo sta facendo parlare di sé nel mondo della robotica, perché ha creato un robot in grado di muoversi liberamente negli spazi pubblici, e che può offrire servizi di consegna, pulizia, sicurezza e sorveglianza.

Sottolineo che anche le università italiane stanno investendo sempre di più nella ricerca e nello sviluppo di robot avanzati. L'Università di Bologna, ad esempio, ha creato un robot umanoide chiamato iCub, che viene utilizzato per la ricerca sulla robotica cognitiva e sullo sviluppo delle intelligenze artificiali.

In sintesi, l'Italia sta diventando un importante centro di produzione di robot avanzati e la sua industria della robotica sta crescendo rapidamente. 
Il nostro Paese è destinato a diventare un attore sempre più importante nel panorama mondiale della robotica.

 

FEDERICO CICCARESE: UN'ECCELLENZA TUTTA ITALIANA

Uno spazio a parte, quando si parla di robot italiani, lo merita l'artista e designer, Federico Ciccarese. 
I suoi robot sono caratterizzati da un design innovativo e futuristico, e sono stati utilizzati in diversi campi, dalla medicina all'industria.
Uno dei robot progettati da Ciccarese è il "Robo-Mate", un esoscheletro per il supporto alla movimentazione di carichi pesanti, che può essere utilizzato in diversi settori, come la logistica, l'edilizia e l'agricoltura. Grazie al suo design ergonomico, Robo-Mate consente di sollevare e trasportare carichi fino a 40 kg senza affaticare l'operatore.
Un altro robot progettato da Ciccarese è il "Robo-Doc", che può essere utilizzato in interventi di laparoscopia e chirurgia robotica. È stato progettato per massimizzare la precisione degli interventi chirurgici riducendo al minimo gli errori umani. Con Robo-Doc, i chirurghi possono eseguire interventi più complessi e delicati con una maggiore sicurezza e precisione. 
Infine, Ciccarese ha progettato il "Robo-Skin", grazie al quale è possibile creare protesi su misura utilizzando la tecnologia di scansione 3D. Grazie a Robo-Skin, le protesi possono essere realizzate in modo più preciso e rapido, migliorando la qualità della vita delle persone con disabilità. 
Grazie alle sue idee e alla sua creatività, Ciccarese si è affermato come uno dei designer più interessanti nel campo della robotica.

Questi strumenti tecnologici rappresentano un'importante innovazione e promettono di semplificare molte attività e processi. Tuttavia, come accennato, la loro diffusione solleva anche alcune importanti questioni etiche e sociali
Uno dei principali problemi che emergono riguarda la percezione che gli utenti hanno dei robot. Molti infatti, vedono questi dispositivi come oggetti impersonali e distanti, che possono rappresentare una minaccia per la loro privacy e per la loro sicurezza. Per questo motivo, alcune aziende e alcuni scienziati hanno proposto di dotare i robot di simboli ecclesiali e di farli partecipare a cerimonie religiose. In questo modo, a loro avviso, si potrebbe sperare di creare un legame emotivo tra gli utenti e i robot, che potrebbero essere percepiti come compagni di vita e non come semplici macchine. 

Tuttavia, l'idea di utilizzare la religione per rendere i robot più accattivanti e familiari solleva alcune importanti questioni etiche. In primo luogo, bisogna considerare che la religione è un aspetto molto personale e intimo della vita delle persone, che non può essere imposta o manipolata. Inoltre, l'uso della religione nei robot potrebbe essere percepito come un tentativo di sostituire la persona con la macchina, creando una sorta di culto dell'oggetto tecnologico, e questa non sarebbe più fede, ma idolatria! 
Ciò nonostante, l'impiego della religione come strumento per rendere i robot più accattivanti e familiari potrebbe rappresentare un'interessante prospettiva. 
D'altronde il primo robot della storia non è forse stato proprio un monaco? 

 

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