L'incredibile, prima di colazione

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L'incredibile, prima di colazione

| Paola Rocco

Delitti irrisolti, casi curiosi, suggestioni collettive e ribellioni individuali: le “strane storie” di Carlo Lucarelli, per la prima volta raccolte in un libro. 

Strategie. Gli stalker indiretti, che non colpiscono il loro oggetto del desiderio ma qualcuno nelle vicinanze, per far colpo sul loro oggetto del desiderio: ad esempio John Hincley Jr., che spara due colpi a Ronald Reagan per impressionare favorevolmente Jodie Foster, che ama da quando l'ha vista, appena adolescente, fare la prostituta in Taxi Driver.

Bambole. Una bambola gonfiabile, un elicottero e una tazza di tè: le richieste del detenuto Charles Bronson, vero nome Michael Gordon Peterson (il nome d'arte come quell'attore sempre arrabbiato glielo affibbia il manager, quando Charlie diventa un campione di pugilato a mani nude nei bassifondi dell'East End). Detenuto nel 1994 nella prigione di Woodhill, chiede la bambola, il tè e l'elicottero per liberare il bibliotecario del carcere, che ha preso in ostaggio: “Non glieli danno, così Charlie apre lui stesso la porta della cella e comincia a menare le guardie che entrano, facendosi massacrare”.

Ominidi. La criptozoologia, ovvero la scienza degli animali nascosti, nella definizione del suo fondatore, lo zoologo belga Bernard Heuvelmans. Si occupa dello studio di specie animali ancora sconosciute, oppure ritenute ufficialmente estinte ma che si ipotizza possano vivere ancora da qualche parte, lontano da occhi indiscreti (supposizione basata sul rinvenimento e la catalogazione di testimonianze, dirette o indirette, di persone che le hanno viste e ne hanno scritto). Ad esempio Nessie, il mostro di Loch Ness, è un tipico criptide, ma nella criptozoologia c'è anche una branca speciale dedicata agli ominidi, creature che assomigliano agli uomini “ma, vuoi perché sono in effetti strane scimmie, o perché non sono l'homo sapiens che noi conosciamo, uomini veri e propri non lo sono”. Tra questi il Bigfoot, l'ominide peloso avvistato periodicamente nelle foreste del Nord America, o lo Yeti, l'abominevole Uomo delle Nevi (alture del Tibet); e ancora lo Yaren, pure lui grosso e peloso, che vivrebbe in Cina, o l'Almas della Mongolia.

Giganti. “C'erano sulla terra i giganti a quei tempi” (Bibbia, Genesi 6:4).

Mostri/1. Il circo Barnum, famoso per i suoi freaks, “esseri umani più o meno sfortunati esposti come mostri”.

Circo Barnum

Barnum

Sosia. Gli star stalkers, i persecutori di star: “Madonna ne aveva uno che somigliava in modo inquietante a Charlie Satana Manson”, incarcerato dopo diversi anni di calvario a base di minacce e molestie.

Surroganti. Gerolamo Bixio detto Nino, ultimo di otto figli in una ricca famiglia borghese (suo padre è il direttore della Zecca di Genova). “Quando ha nove anni perde la madre e al suo posto arriva una matrigna”, che lo detesta, ricambiata, praticamente da subito. Così, quando uno dei fratelli, che sta per farsi prete, viene chiamato a prestare il servizio di leva in Marina (ma “la legge dice che se si trova un altro che ci vada al posto suo - il surrogante - lui può restare a casa”), la matrigna manda a chiamare Nino, che da tempo vive fuori casa e un po' dove capita, tra i carruggi (le strade del centro di Genova). Lui però non ci sta, e allora lei lo fa arrestare con uno stratagemma.

Mostri/2. Loch Ness, il grande lago d'acqua dolce nelle Highlands scozzesi: lungo 39 chilometri, è “un bel posto, dal fascino molto scozzese” e sulla sponda orientale ospita una villa, Boleskine House, un tempo dimora di Aleister Crowley, grande studioso di scienze occulte (“ritenuto molto semplicisticamente, e più o meno a torto, il fondatore del satanismo moderno”) e più tardi di Jimmy Page (e dunque “luogo centrale della leggenda nera dei Led Zeppelin”). Ed è sempre da queste parti che - molti e molti secoli prima - il monaco irlandese Colombano incappa nel funerale di un uomo, afferrato e sommerso nelle profondità del lago da una bestia di natura imprecisata, che l'ha rapito mentre faceva il bagno trascinandolo sotto: “Allora san Colombano va anche lui a fare il bagno nel lago, incontra la bestia che vorrebbe mangiarselo ma lui lo blocca con il segno della croce e gli impone di non attaccare più gli esseri umani”. E di fatto la creatura, a parte qualche sporadico avvistamento, se ne sta buona per secoli, fino a quando, nel 1933, una coppia di turisti londinesi a spasso nei dintorni non racconta di avere visto affiorare dall'acqua una specie di dinosauro in miniatura: alto circa un metro e mezzo e lungo una decina di metri, ha un corpo da elefante e un collo lungo e ondulato, concluso da una piccola testa. Lo scorgono solo per un attimo, poi lui si tuffa e sparisce nel lago. Da quel momento gli avvistamenti si moltiplicano, “di solito di notte o nelle giornate piovose del tipico clima scozzese”, trasformando “quella che è sempre stata definita come una bestia acquatica, un serpente marino o anche un drago, in un mostro, il mostro di Loch Ness”.

Lago di Loch Ness

Loch Ness

Fotografie. The Surgeon's photography, la fotografia del dottore: chiamata così perché a scattarla, nel 1934, sarebbe stato un ginecologo di Londra, Robert Kenneth Wilson, come tanti altri prima di lui per caso di passaggio a Loch Ness proprio mentre Nessie emergeva dalle acque. “È la foto che mostra prima il collo e la testa del mostro, una virgola ben definita che fa una S con la schiena che esce dall'acqua al centro di una serie di cerchi concentrici. Nessie, il mostro di Loch Ness, che nuota pacifico nel lago. La prima e unica foto in cui Nessie si vede abbastanza chiaramente”. In realtà si tratterebbe di un falso, orchestrato per vendetta dall'esploratore e cacciatore Marmaduke Wetherell, che a sua volta, sulle tracce di Nessie per incarico del Daily Mail, era caduto vittima di una beffa grossolana, messa su con un paio di impronte d'ippopotamo peraltro entrambe della stessa zampa.

Lago di Loch Ness

Nessie

Mostri/3. Larry, il Nessie italiano: si troverebbe nel lago di Como, o lago lariano, appunto, da cui il nome di lariosauro per la criptozoologia.

Fantasmi. Le leggende metropolitane, ovvero quelle storie “che vengono considerate troppo belle per non essere vere”. Tra le più radicate e diffuse quelle di fantasmi: come la storia dell'automobilista “che dà un passaggio alla ragazza che dimentica qualcosa in macchina, e poi quando lui torna a riportargliela gli dicono che lei è morta tanto tempo prima”. A seconda del periodo storico e dell'ambientazione, a volte la macchina viene sostituita da un calesse.

Ombre. Amityville, ovvero la città dell'amicizia, cittadina di diecimila abitanti sulla costa di Long Island, contea di Suffolk, Stato di New York. Negli anni Venti ci passava l'estate Al Capone. Amityville è “un bel posto, grandi viali alberati, belle case vittoriane in stile olandese, con la torretta, il patio e un giardino davanti. Insomma, un paradiso”. È qui che intorno alla metà degli anni Settanta la famiglia Lutz - George, Kathy e una miriade di bambini - acquista per 80 mila dollari la casa dei sogni: “Bellissima, grandissima, un villone... con le stanze per i bambini, tutti i servizi giusti, perfino uno studio per George”. Sebbene non proprio regalata, la casa al 112 di Ocean Avenue viene via relativamente a poco perché - come l'agente immobiliare a un certo punto non può fare a meno di accennare ai nuovi inquilini - tra le sue mura ha visto consumarsi un evento terribile, l'assassinio di sei persone addormentate nei loro letti: madre, padre e i quattro fratelli del giovane Ronald junior De Feo, detto Butch. “Ragazzino difficile, introverso e molto timido, che a scuola viene picchiato dai bulli e quando torna a casa le prende anche dal padre”, e insomma una notte, la notte del 13 novembre 1974, prende un fucile Marlin calibro 35, aspetta che gli altri vadano a letto e poi, verso mezzanotte, li ammazza uno a uno, cominciando proprio da Ronald senior. Condannato a sei ergastoli, Butch - che all'inizio cerca inutilmente di depistare le indagini spacciando la storiella di un killer al soldo della mafia - alla fine confessa: sì, è stato lui. Ma l'ha fatto perché qualcuno gliel'ha ordinato: delle voci, che gli parlavano in continuazione, quand'era a casa. E delle ombre, che si muovevano intorno a lui e alla fine gli hanno messo in mano il fucile.

Casa di Amityville

La casa acquistata dai Lutz

Amityville Horror. Di fronte al racconto dell'agente immobiliare i Lutz esitano, ma solo un secondo: la casa al 112 di Ocean Avenue (Amityville, Suffolk, New York) è bella, li ha conquistati, e loro sborsano gli 80 mila dollari e ci si trasferiscono subito. Ci resteranno esattamente 28 giorni - dal 18 dicembre 1975 al 14 gennaio 1976 - scappando terrorizzati di fronte a una serie di circostanze da film dell'orrore (The Amityville Horror, Orrore a Amityville, s'intitola infatti il libro scritto da Jay Anson sulla base di un'intervista a George e Kathy): muffa verdastra e gelatinosa che striscia lungo le pareti, rumori strani, passi al piano di sopra dove non c'è nessuno, la radio che gracchia all'improvviso. E poi i Lutz cominciano a avvertire delle ombre, delle silenziose presenze accanto a loro, insieme a loro; i mobili si spostano, la bambina più piccola chiacchiera per ore con un'amica immaginaria e George si sveglia tutte le notti alle tre e un quarto in punto. Ma soprattutto una notte si scatena una terribile tempesta: lampi, fulmini, un vento impetuoso che fa scricchiolare e gemere sui cardini tutta la casa. Solo che, la mattina dopo, i Lutz scoprono che non c'è stata nessuna tempesta, che è stata una notte stellata e serena per tutti. Tranne che per loro. A quel punto se ne vanno: anche perché, dicono, “la casa sta cominciando a diventare calda, caldissima”. 

Spiriti. Poltergeist, letteralmente spirito che bussa: “Sta a indicare una manifestazione d'energia inconscia prodotta da un individuo in particolari circostanze”.

Cocktail. Il grosso recipiente di metallo colmo di Flavor Aid, una bibita alla ciliegia corretta con valium, idrato di cloralio, prometazina e cianuro, mandata giù senza tante storie a Jonestown (un grande pezzo di terreno al confine col Venezuela) dai seguaci del reverendo Jones, protagonisti, il 18 novembre 1978, di “uno dei più grandi e incredibili suicidi di massa della storia”. Sono 916 persone, 917 se si contano l'infermiera che somministra l'infuso a tutti (e che alla fine si spara un colpo alla testa) e 918 col reverendo, che si spara un colpo anche lui.
Fondatore, nel '55, di The Wings of Deliverance, la chiesa delle Ali della Liberazione (che ben presto si trasforma nel Tempio del Popolo, The People's Temple), Jones tutto sommato parte bene, da una filosofia egualitaria e integrazionista, ma poi deraglia, “si comporta come un messia, dice di poter fare miracoli, di curare tutte le malattie, compreso il cancro, fa profezie su quello che accadrà in futuro” e pian piano trasforma la comunità in una setta, con tanto di riti d'iniziazione e rigida struttura gerarchica con al vertice, ovviamente, lui stesso (tra i suoi modelli Hitler, Stalin e Pol Pot).

Vipere. Le tredici personalità diverse del piccolo Louis Vivé, nella Francia della seconda metà dell'Ottocento, e quelle di Shirley Ardell Mason, una giovane assistente universitaria di New York “che diventava di volta in volta una donna diversa e a volte anche un uomo”. Chiamato Multiple Personality Disorder, disturbo da personalità multipla, di solito deriva da un evento traumatizzante subito in età giovanissima: per Louis Vivé, ad esempio, pare si trattasse dell'incontro con una vipera che gli si parò davanti per strada quand'era bambino, terrorizzandolo.

Massaie. The Retrace Lady, la signora che torna indietro. “Una dolce massaia americana, brava a fare le torte di mele e con qualche inclinazione artistica”, che ogni tanto torna indietro, anche di centinaia di chilometri, “e ripercorre quello che ha fatto”. È una delle molte personalità della signora Chris Costner Sizemore, che a Edgefield, una piccola città della Carolina del Sud, all'inizio degli anni Cinquanta è però anche The Strawberry Girl, la ragazza fragola (un'adolescente immatura e capricciosa, fissata con le fragole e i vestiti rosa), Jane The Reader, Jane la Lettrice, che legge tutto quello che trova, e The Purple Lady, ossessionata dal colore viola. E ci sono poi la tranquilla Eve White, dolce e un po' timida, e la sensuale Eve Black; e ancora The Virgin, la Vergine, The Turtle Lady, la Donna Tartaruga, e la collezionista di campane, o la cieca. Una ventina di donne in tutto, quasi sempre portate per le lettere e per le arti, e infatti la Costner scrive poesie - in stili e calligrafie diversi - e dipinge quadri, pure questi diversissimi tra loro. Comunque, superati i cinquant'anni, la sua salute mentale si stabilizza e lei scrive un paio di libri e trova anche il tempo di far causa alla Fox - che dal diario dei due psicoterapeuti che l'hanno avuta in cura ha tratto un film di successo, The Three Faces of Eve, con Joanne Woodward - vincendo, “com'è giusto”, e facendo un sacco di soldi.

Il libro di Chris Costner Sizemore

Stanze. “È come se nello stesso corpo ci fossero davvero più persone, spesso ignare delle rispettive esistenze”. Una stanza piena di gente, come si intitola la biografia di Billy Milligan scritta da Daniel Keys, che racconta uno dei casi più famosi e controversi di personalità multipla: ventiquattro persone tra loro lontanissime, da un pericoloso criminale a un ragazzino lagnoso, “che si svegliavano quando venivano investite da una luce e uscivano allo scoperto mentre la personalità precedente si addormentava”. Così Billy, capelli lunghi e baffi a manubrio, può scoprire, svegliandosi, d'aver speso i soldi dell'affitto in libri di ingegneria, o d'aver derubato e violentato tre ragazze (il che fa sì che lo sceriffo della contea e parte della stampa e dell'opinione pubblica diffidino di lui e lo accusino d'essersi inventato tutto per sfuggire al carcere). 

Individui. Il professor Stanley Milgram, autore, tra i molti altri, dello Small World Experiment, la teoria del piccolo mondo, che ipotizza che ogni individuo sia separato dagli altri da una catena di sei passaggi, i cosiddetti “sei gradi di separazione”.

Soprannomi. Guinea, per via della pelle scura, il soprannome affibbiato all'inizio del Novecento dai “giganteschi poliziotti irlandesi bianchi come il latte” a chi è un immigrato italiano di Little Italy (e che può sentirsi chiamare anche dago, dalla pronuncia storpiata del nome Diego, greaseball, palla di grasso, per la brillantina sui capelli, wop, da guappo, e, negli ultimi anni, guido). 

Nomi. La Mary Celeste, il brigantino costruito nel 1861 in Nuova Scozia. “Orgoglio dei cantieri di Spencer's Island, che ancora non avevano fabbricato una barca così grande”, è lungo 31 metri e ha una stazza di 282 tonnellate. All'inizio si chiamava Amazon, ma gli cambiano nome perché al suo debutto sembra perseguitato dalla sfortuna: il capitano che lo guida durante il viaggio inaugurale si ammala e muore durante il tragitto, e poi la nave va a sbattere contro un'altra nave e s'incaglia in una secca nella baia di Glace. Avvistata per l'ultima volta il 25 novembre 1872 al largo dell'isola di Santa Maria (arcipelago delle Azzorre), malgrado il nuovo battesimo la Mary Celeste passerà alla storia come una delle cosiddette navi fantasma, nel senso che quando rientra, scortata da un altro brigantino, nel porto di Gibilterra (il 18 dicembre dello stesso anno), a bordo non c'è nessuno: né il capitano, Benjamin Spooner Briggs, né sua moglie Sarah e la loro piccola Sophia Mathilda, né i sette uomini dell'equipaggio (e di nessuno di loro si troverà mai più traccia). Alcune vele sono strappate e tutta la nave è bagnata fradicia, persino i letti sono inzuppati d'acqua. E poi ci sono tre profondi solchi paralleli, un po' come una gigantesca unghiata, su una delle fiancate.

Mostri/4. “Un rapimento di extraterrestri, l'attacco di un sommergibile proveniente dall'isola perduta di Atlantide, l'influsso maledetto del Triangolo delle Bermude - che però non è lì, ma da un'altra parte -, un mostro marino, l'influsso allucinogeno di un fungo cresciuto sulla nave o un viaggio nel tempo”: queste alcune delle possibili spiegazioni per la scomparsa dell'equipaggio della Mary Celeste. In rete e in letteratura si trovano tutte, e c'è pure un racconto di Arthur Conan Doyle ispirato alla storia di questa nave, che lui chiama Marie

Sir Arthur Conan Doyle

Sir Arthur Conan Doyle

Ghiaccio. La Jenny, goletta di tre alberi che una baleniera di passaggio trova incastrata tra i ghiacci dell'Antartide nel 1840. A bordo i corpi, mummificati dal ghiaccio, dei membri dell'equipaggio: quello del capitano è seduto al tavolo del ponte di comando, con davanti il libro di bordo (“4 maggio 1823, 71 giorni senza cibo, sono l'unico rimasto vivo”).

Spazi bianchi. L'Estremo Oriente, il cuore dell'Africa, la foresta tropicale amazzonica e i poli (Artide e Antartide): i grandi spazi bianchi - ovvero inesplorati - sul mappamondo, all'inizio del XX secolo.

Giovinezza. Una bandiera italiana, una croce, un medaglione della Madonna del Fuoco di Forlì e il gonfalone della città di Milano: questi gli oggetti lanciati giù dal dirigibile Italia - progettato e guidato da Umberto Nobile - una volta raggiunto il polo nord, poco dopo la mezzanotte del 24 maggio 1928 (“Una cosa simbolica, ma di più non si può fare, viste le condizioni del tempo”). Intanto, il grammofono di bordo suona Giovinezza.

Il dirigibile Italia

Il dirigibile Italia

Geni/1. Ettore Majorana, che “un giorno si mette a pensare, fa le sue ricerche e dimostra che il nucleo dell'atomo è fatto di neuroni e protoni. Ma non lo dice praticamente a nessuno, non pubblica nessun articolo e quando il professor Heisenberg arriva alle stesse conclusioni e le pubblica Majorana è contento, gli fa i complimenti e va in Germania, a Lipsia, a studiare da lui”.

Geni/2. Ettore Majorana, che un giorno viene a sapere che c'è un concorso per insegnare fisica all'Università di Roma e, visto che i posti sono già assegnati (come succede spesso all'università) decide di concorrere, così, per il gusto di rovinare tutto. Sapendo che vincerà sicuramente, l'università corre ai ripari e lo blocca, assegnandogli per chiara fama e senza concorso un altro posto a Napoli. “Ed ecco che Ettore si ritrova a insegnare fisica teoretica all'Istituto di Fisica di Napoli”.

Si trovi! Ettore Majorana, che un giorno di marzo del 1938 scompare nel nulla. Per cercarlo si mobilitano il ministro della cultura Giovanni Gentile, il capo della polizia Arturo Bocchini e persino Benito Mussolini, che - come scrive Leonardo Sciascia nel suo bel libro La scomparsa di Majorana - scrive di proprio pugno Si trovi! sulla copertina color panna del fascicolo (“I morti si trovano, sono i vivi che possono scomparire”, la chiosa sul medesimo fascicolo del capo della polizia).

Ettore Majorana
Articolo su Ettore Majorana

Scuse. “Mi scuso per le noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti” (lettera d'addio di Ettore Majorana al direttore dell'Istituto di Fisica di Napoli).

Notizie tratte da L'incredibile, prima di colazione. Strane storie per cominciare bene la giornata di Carlo Lucarelli.

  

L’incredibile prima di colazione 

di Carlo Lucarelli
Solferino (2020)

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Paola Rocco

Paola Rocco

Autrice del romanzo giallo 'La carezza del ragno' e appassionata lettrice, scrive di mistery e venera Agatha Christie. Vive a Roma con il marito, la figlia e una gatta freddolosa detta Miss Poirot.

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