Un corpo da spiaggia, Clara Cerri

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Un corpo da spiaggia

| Clara Cerri

Sospirò a fondo, un'altra volta. Doveva farsi coraggio ed entrare nel centro estetico. Un po' si vergognava, ma non poteva perdere quell'occasione. Giugno stava già finendo.
- Salve... - disse incerto. L'uomo non si girò nemmeno, stava mettendo qualcosa in ordine sullo scaffale dietro al bancone. Giornata fiacca, ti pareva che proprio alle otto meno dieci si presentava qualcuno? Con tutte le ragazze che stavano riavvitando gli smalti o spegnendo le lampade UVA. 
- Salve, veramente stiamo chiudendo.
- Le prendo solo un minuto, volevo un'informazione - abbassò la voce. - Per quell'offerta "Un corpo per la spiaggia"...
L'uomo si girò. Veramente la pubblicità diceva "Un corpo per la spiaggia dopo i quarant'anni" e dalla voce si aspettava un ragazzo con una maglietta nera troppo larga e i pantaloncini sudati, con le gambe pallide piene di morsi di zanzara. 
E invece niente. 
- Sono qui, non mi vede, vero?
- No - o forse qualcosa, un soffio sulle tende, un movimento contro l'andirivieni della gente oltre la vetrina. 
- Ecco, vede, è questo il mio problema. Mi serve un corpo per la spiaggia. Io ce l'avevo un corpo, quarant'anni fa. Dovevo andare al mare e sono morto.
Stavano in motorino col costume sotto e Tiziana che rideva a ogni radice che prendevano sulla scorciatoia per Torvajanica, finché una radice troppo grossa li aveva fatti volare fuori strada, lei su un mucchio di aghi di pino, lui sull'asfalto. Che peccato, sprecare una così bella giornata.
- Non posso più andare in spiaggia, fare un bagno, prendere il sole. Sono anni che aspetto, quando ho visto il vostro cartello ho pensato...
L'uomo sembrava davvero dispiaciuto. 
- Ma non è come credi....
- Mario.
- Mario! Non ti posso fare niente.
- La posso pagare, sa? Le posso dire dove ho perso il portafoglio cadendo dal motorino. Nella pineta. Ci sono cinquantamila lire, sono sue.
- Ma che ci faccio con... - l'uomo si corresse. Vedeva qualcosa contro la porta, forse, come un'ombra magra e ingobbita. - Non si può. Il cartello vuol dire che noi aiutiamo la gente a migliorare. Quella che un corpo già ce l'ha, ma non gli piace, gli dà fastidio mostrarsi in spiaggia. Perché sono grassi, hanno la pancia, le braccia mosce... cose così. Li aiutiamo a fare una dieta, gli diamo gli integratori, gli esercizi... ci vuole pure forza di volontà, sai? - aggiunse serio. 
L'ombra sospirò. 
- E quindi niente.
- Niente, mi dispiace - fece una pausa. Sembrava sincero - Non c'è un posto dove dovresti andare, che ne so...
- L'aldilà.
- Ecco, sì, l'aldilà.
- Ma io vorrei andare al mare. 
- Il mare è qui vicino, lo puoi guardare... lo so, non è la stessa cosa.
Guardare il mare, senza poterci entrare dentro, con quel freddo che sale addosso e le onde che ti tirano i piedi di sotto. 
- No. Buona sera, grazie lo stesso.
- E di cosa?
Mario uscì come un soffio, scivolò sul marciapiede tra la gente che passeggiava, che cominciava ad apprezzare il fresco sul lungomare, Andiamo a prendere un gelato, Andiamo da Martinoja, Io non posso, sto a dieta, però vi faccio compagnia. Passeggiò tutta la notte pensando ai corpi, grassi, con la pancia, con le braccia mosce, ma cosa gliene importava, ma perché non si rendevano conto. Pensando alla sabbia bollente sotto i piedi e attaccata alle gambe, che ci vuole tempo e pazienza per sgrullarla tutta con un asciugamano, se no mamma chi la sente.
All'alba si ritrovò su una via alberata, dietro l'ultima fila di case, da un cancelletto usciva una donna sui sessant'anni, pesante in una vesterella verde stinta, i capelli tirati indietro con una molletta, che metteva fuori l'umido prima che passassero i camioncini. Gli occhi chiari gli ricordavano Tiziana. Erano tante le donne così, in quel posto di mare, gli ricordavano tutte Tiziana. 
E come sempre voleva dirle: Vattene al mare, lascia perdere l'umido, non pulire, non pensare a quello che mangeranno oggi. Mandali a farsi fottere e vattene in spiaggia, tu che puoi, anche se non sei Tiziana. 
La donna alzò gli occhi come se lo avesse sentito, ma non vedeva nulla, solo foglie e cacche di cane sul marciapiede e un po' di vento che faceva sperare in una bella giornata. Magari oggi lasciava perdere la casa e andava al mare. 

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Clara Cerri

Clara Cerri

È una donna che ha studiato molto, appassionata di storia e di musica, ancora divisa tra ambizioni e sentimenti nonostante le mazzate che ha preso dalle une e dagli altri.

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