Quattro mesi fa ho ricevuto la mail di Andrea Giuffrida.
Una mail cortese e piena di umiltà, che mi ha subito colpito: mi chiedeva di diventare l'editor del suo primo romanzo, al cui centro c'è un viaggio intorno al mondo fatto con la sua compagna Federica.
Un dubbio: sarà mica l'ennesimo guru che vuole insegnarci a vivere? Assolutamente no! Andrea semplicemente condivide la sua esperienza, sperando che questa testimonianza possa aiutare qualcuno a fare la scelta giusta.
Quanti di noi, almeno una volta nella vita, hanno sognato di mollare tutto per crearsi una vita da zero, magari facendo il giro del mondo?
Andrea lo ha sognato per anni e poi lo ha fatto, non senza sacrifici e ha immortalato la sua incredibile esperienza nelle pagine di Basta fare il primo passo - La vera storia di un viaggio intorno al mondo.
La ricerca di una vita felice che non si lasci condizionare dal "così fan tutti" è un tema al quale sono molto sensibile, avendo io stessa nel 2015 preso una decisione difficile e a tratti sofferta, quando ho deciso di lasciare il tanto sospirato posto fisso, fra l'altro faticosamente raggiunto, per tornare ad essere padrona del mio tempo. Ho provato per lui un'immediata empatia e, dopo aver letto il suo lavoro, ho accettato di aiutarlo a realizzare il suo secondo sogno: portare un messaggio di speranza a chi si trova oggi nella stessa situazione in cui si trovava lui una manciata di anni fa.
"Basta fare il primo passo" è un romanzo autobiografico e narra le avventure di Andrea e Federica, che hanno avuto il loro incipit nel 2017 e sono terminate quasi tre anni dopo. L'autore si mette a nudo sin dalle prime pagine, rivelando immediatamente quale sia stata la scintilla che lo ha portato ad una decisione tanto drastica come quella di licenziarsi e partire:
"Sono sempre stato un uomo felice, così felice da riempire tre vite, dicevo. Un ottimista per natura, uno che il bicchiere lo vedeva sempre mezzo pieno. Non è sempre stato tutto perfetto, ho avuto anch'io i miei casini, ma mi sono sforzato di ricordare che, nonostante tutto, sono nato dalla parte “fortunata” del mondo. Una famiglia, una casa, un piatto sulla tavola, degli amici meravigliosi e la capacità di apprezzare anche le più piccole cose. Quando avevo vent'anni, gli anni d'oro della spensieratezza, un amico mi collocò al terzo posto di un'immaginaria classifica degli uomini più sereni della storia, subito dopo Gandhi e Buddha. E sì... perché tutto andava dannatamente bene. Nonostante avessi completamente sbagliato indirizzo scolastico, diplomandomi per un pelo, riuscii a trovare un buon lavoro. Sicuro, con orari canonici, sabati e domeniche libere ed un'ottima paga. Se un uomo possa desiderare di più dell'ordinario, che tuttavia molti appaga, lo avrei capito solo diversi anni dopo. Avevo 19 anni e i miei più grandi interessi erano semplici: divertirmi con gli amici, corteggiare le ragazze, e fare baldoria fino a tardi. Viaggiare significava Ibiza, le capitali europee e poi ancora Ibiza. Amavo tutto della mia vita. Vivevo la settimana diviso fra i colleghi, diventati una seconda famiglia, e i weekend di festa, senza l'ombra di un pensiero negativo. La mia pace durò fino ai 25 anni. Quando smisi di sentirmi vivo.
Sin dalle prima battute si viene catapultati nella vita intima dell'autore e forse una domanda essenziale ma scomoda inizierà ad animarci: "Ed io, sono davvero felice?". La stessa domanda che, ad un certo punto, ha invaso l'apparentemente tranquillo tran tran della vita di Andrea. Un interrogativo che ha provato a scacciare ma senza riuscirci: da tempo insofferente alla vita che conduceva, ne sognava una senza orologio e confini, convinto ormai che i suoi 12 anni di lavoro, chiuso in un ufficio, avessero più il ritmo di una triste catena di montaggio che quello della felicità da lui cercata. Solo i viaggi, che riusciva a fare due volte l'anno, riuscivano a mettere in pausa la sgradevole sensazione di sprecare il suo tempo.
Una sera, durante una festa milanese, conosce Federica, la donna che diventerà la sua compagna di vita e di viaggio e che gli darà il coraggio di mollare il lavoro, riempire uno zaino e partire per il giro del mondo alla ricerca della felicità, dando inizio ad una serie di peripezie divertenti e al limite del reale. Fra scenari mozzafiato, chiacchierate con canguri e scimmie urlanti, tre guerre civili e un budget giornaliero di 15 euro Andrea e Federica, attraverso i loro 1013 giorni, e al ritmo di milioni di passi, ci guidano alla scoperta di culture e tradizioni, scalando montagne e vulcani, visitando chiese e monasteri sconosciuti, addentrandosi in foreste e sguazzando in laghi profondissimi. Hanno attraversato trentatré Paesi, certi che l'unico tempo sprecato è quello del rimpianto e che non è mai troppo tardi per afferrare la propria vita e farne un capolavoro.
Oggi, la loro passione per il viaggio è diventata anche un lavoro grazie al progetto TRIP'N'ROLL, seguito da migliaia di persone sui social network.
Ho incontrato virtualmente Andrea per realizzare questa intervista e accanto a lui c’era la sua compagna di vita. Federica è bella, ma soprattutto è un vulcano di idee! Impossibile fermarla finché non ha raggiunto il suo obiettivo: un pozzo di energia inesauribile in continuo fermento. Di lei dicono che sia nata viaggiatrice ma che lo abbia scoperto solo quando ha incontrato Andrea che, da eterno Peter Pan, sognava ancora avventure coi pirati e tesori sommersi. Dotato di una calma imperturbabile che spesso mette a dura prova l’iperattività di Federica, viaggerebbe dovunque, con qualsiasi mezzo. Entrambi bruni, tatuati con capelli lunghissimi che incorniciano i loro visi sempre sorridenti, amano l'avventura e non hanno nessuna paura degli imprevisti.
Andrea, i Trip'N’Roll sono seguiti da migliaia di persone, e ogni giorno il numero aumenta in modo esponenziale.
Vuoi spiegarci il progetto e come mai ha tanto successo?
Trip'N.Roll è il nome che abbiamo dato al nostro viaggio in giro per il mondo, ma anche al nostro cambio di vita e infine al nostro blog. È un'espressione che traduce il "Rischio tutto per essere felice". Tantissime persone ci scrivono ogni giorno perché vorrebbero cambiare vita, ma sono bloccate da tante paure, come la scarsa conoscenza dell'inglese o il timore di non avere più l'età per affrontare un cambiamento importante. Trip'N'Roll è la nostra risposta a tutte queste paure, perché noi siamo la prova vivente che tutto è possibile e che non è mai troppo tardi: tutto è realizzabile, basta solo fare il primo passo. Dopo il nostro viaggio, Trip'N'Roll è diventato il nostro lavoro. Oggi ci pagano per viaggiare, per provare esperienze in alberghi, B&B, ristoranti. Inoltre, organizziamo viaggi di gruppo in posti dove magari le persone da sole non andrebbero, le accompagniamo anche a corsi di sopravvivenza, sempre per spingerle fuori da quella benedetta zona di confort: a vivere in un bosco per un week end, costruire ripari, accendere il fuoco. Tutte le persone, dopo queste esperienze, sono tornate sempre super esaltate perché hanno scoperto di essere in grado di fare molto di più di quello che credevano e di essere molto più forti di quello che pensavano. Ci seguono in migliaia, perché siamo la prova vivente che davvero non esistono limiti, che si può cambiare a qualsiasi età, che i sogni sono una cosa importantissima e che, se davvero ci metti tutto te stesso e sei pronto a fare sacrifici, ad impegnarti e a non mollare per anni, puoi raggiungere qualsiasi risultato. Ci seguono perché siamo riusciti a costruire la vita dei nostri sogni, siamo liberi e prendono ispirazione dalla nostra storia.
Non sei l'ennesimo guru che vuole insegnarci a vivere, vero?
Assolutamente no: non sono un guru né voglio esserlo. In realtà è nato tutto dalla mia infelicità o se vogliamo possiamo chiamarla depressione. Stavo male, perché stavo facendo da 12 anni un lavoro sbagliato; durante gli ultimi quattro, veramente neri, avevo toccato il fondo! Quando, anche grazie alla mia compagna, ho trovato la forza e il coraggio di cambiare vita, avevo già 31 anni. Non voglio essere un guru nemmeno ora che sto meglio, e le cose vanno bene e sono felice; anzi dubbi, domande e anche fallimenti ci sono tuttora e ci saranno sempre perché fanno parte della vita, ma almeno ora so di essere sulla strada giusta.
Perché dovremmo leggere questo libro?
Vorrei che tutti leggessero questo libro perché sono convinto che possa essere di ispirazione per tantissime persone. Alla fine è la storia di due ragazzi che hanno mollato tutto in un'età in cui tutti di solito sono già "sistemati" e che hanno fatto questo salto nel buio con coraggio, prendendo in mano la loro vita. Ogni giorno ci scrivono ragazzi che sono nella stessa situazione in cui ero io, che odiano il loro lavoro, che magari lavorano nell'azienda di famiglia e non sanno come lasciarla. Alla luce di questo abbiamo deciso di titolare il libro "Basta fare il primo passo", perché è un consiglio che funziona in ogni situazione. In tutte le cose, anche quelle che ci sembrano più difficili e negative, se pensiamo a tutto il cammino ci sembrano impossibili ma in realtà bisogna concentrarsi sul primo passo, perché basta fare quello... poi tutto il resto verrà da sé! Ovviamente mettendocela tutta e impegnandosi, cosa che ho imparato anche io grazie a questo viaggio e a tutte le cose che sto facendo. Concentrandomi sempre su un passo alla volta tutto mi sembra più semplice.
Quale è stato il tuo primo passo? E cosa ti senti di suggerire a chi si trova nella situazione in cui ti sei trovato tu anni fa?
Il mio primo passo in tutta questa storia sembra incredibile è stato licenziarmi: quella è stata la svolta, da lì è cominciato tutto.
[10 luglio 2017: ancora me lo ricordo... interviene Federica].
Non potevo più tornare indietro! Le domande nella mia testa erano: "Cosa faccio?", "Dove vado?", "Come mi guadagno da vivere?". Troppi interrogativi, che però non mi hanno impedito di fare il primo passo, perché era il lavoro che mi distruggeva e mi faceva stare male. Nonostante la sofferenza, non riuscivo a lasciarlo perché era anche la mia gabbia dorata: un ottimo lavoro d'ufficio, orario fantastico, stipendio, agevolazioni economiche, tredicesima, quattordicesima, Avevo paura: la sicurezza mi stava fregando! Ma anche qui Federica è stata determinante, dandomi quella spinta di cui avevo bisogno. Quando finalmente mi sono deciso, dopo aver comunicato le mie intenzioni al capo, mi sembrava di fluttuare nell'aria, mi sentivo leggero.
Che consiglio daresti a chi si trova nella tua situazione?
Il consiglio che posso dare a tutti e che non ci si sente mai pronti per fare il primo passo: non esiste un momento giusto ma è importante sapere che non è mai troppo tardi per farlo, molti usano la scusa dell'età, dei figli...
[Che c'è di male nella libertà?, interviene Federica].
Questo è il motto dei Trip'n'Roll. Però non voglio essere frainteso, non voglio dire che tutti debbano per forza mollare tutto e fare il giro del mondo. Questo era il mio sogno e quello che sentivo di voler fare della mia vita, ma si può fare tutto più gradualmente, magari pensare ad un piano tenendosi il lavoro, mettendo in conto di fare dei sacrifici e iniziando a studiare magari per un anno e pian piano raggiungere l'obiettivo. È quello che abbiamo fatto io e Federica quando siamo tornati dal giro del mondo: ma ripeto è il primo passo quello che conta.
Quanto ha fatto la differenza poter condividere con un'altra persona un progetto così importante ed impegnativo?
Tantissimo. Ho vissuto dei momenti bellissimi e poterli condividere con lei è stato meraviglioso: questa per me è stata la cosa più bella. In due si ha meno paura, si affronta tutto più facilmente, ma non voglio che questo sia un altro blocco, una scusa per le persone che sono da sole, perché abbiamo conosciuto delle persone straordinarie che viaggiavano da sole e hanno raggiunto traguardi incredibili. Quindi sì, ha fatto la differenza, ma più per la bellezza della condivisione che ci ha permesso di costruire tutto insieme. Federica spesso mi dice "Chissà se senza di me avresti mai lasciato il lavoro?". Questo non potrò mai saperlo, forse sarei andato avanti per altri tre anni, qualcosa certamente avrei fatto… ma magari non così bella come il giro del mondo dei Trip'n'Roll.
Non hai paura del tempo che scorre, delle energie che sono destinate ad esaurirsi?
In realtà no, perché ho sempre vissuto la mia vita appieno. Anche negli anni precedenti alla mia scelta ho viaggiato e mi sono divertito tanto con gli amici, non ho bruciato nessuna tappa e mi sono goduto ogni cosa al massimo delle mie possibilità; ora, dopo il cambiamento, mi sento ancora più felice e vivo soddisfatto. Durante il mio travaglio interiore, prima della scelta, riflettevo sul fatto che stavo mollando tutto a 31 anni, ma ora con un'altra testa e mentalità, perché il viaggio mi ha cambiato, dico: "Ho solo 35 anni e ho tutta la vita davanti". Penso a tutto quello che abbiamo creato insieme: siamo già cosi in avanti rispetto ai nostri obiettivi! Non ho paura del tempo che scorre, penso al mio qui e ora e mi sento soddisfatto perché sto vivendo la vita che volevo. Non ho paura soprattutto perché, ormai, del mio tempo non ne perdo nemmeno un secondo.
[Ovviamente la strada è ancora lunga: non siamo arrivati, abbiamo tantissimo progetti in cantiere proprio per questo siamo carichissimi, interviene Federica].
Cosa rispondi a chi malignamente commenta: “Lo puoi fare perché non hai famiglia, e magari anche le spalle coperte”?
Per esperienza ti dico che quelle che malignano in questo modo solitamente sono persone che non sono mai uscite di casa, perché in questi anni non è mai successo che un viaggiatore mi dicesse: "Ah sì beato te", o abbia minimamente fatto allusioni a soldi o a genitori ricchi: quindi credo sia invidia. All'inizio mi arrabbiavo, ora questa gente non mi tocca più, penso solo alla mia gioia, alla mia felicità. Ho scritto questo libro, che è una storia vera, proprio per spiegare alle persone che non serve essere ricchi per scegliere di essere felici. Magari potrà ispirare molti giovani, ma soprattutto mi piacerebbe farlo leggere a mio figlio per fargli capire che la libertà e la felicità non sono beni barattabili.
[Ai nostri futuri figli: non li abbiamo ancora…, interviene Federica sorridendo].
Non li abbiamo ancora, ma non vedo l'ora di averli per dimostrare che viaggiare con i figli è possibile: noi ne abbiamo conosciute tante di famiglie in viaggio, per esempio una famiglia tedesca con 5 bambini che faceva trekking in Perù!
In Italia non abbiamo questa mentalità, per questo è stata una gioia incontrare, fra tante famiglie straniere, una italiana, che viaggiava da tre anni per tutto il Sud America in bici e con la tenda: meraviglioso! Qualcosa sta cambiando...
Non ci sono limiti ma solo scuse.
Cosa ti auguri ora?
Di continuare su questa strada, che è stata così difficile e dura da trovare e costruire da zero.
Sogniamo, progettiamo e ci impegniamo tanto, quando hai qualcosa di tuo è diverso. La frase "Fai un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno nella tua vita", ora l'ho capita davvero! Mi auguro di continuare a godermi questo viaggio con Federica. Va tutto veramente bene (sorride), non ho nessun tipo di obiezione interiore, sono veramente felice e se penso al mio giorno zero, il giorno delle mie dimissioni, oggi dopo più di 4 anni, posso dire: ce l'abbiamo fatta.
Per farti capire com'è la nostra vita ora ti racconto un episodio.
Ieri degli amici ci hanno chiesto: "Perché non ci raggiungete al mare?" Ho guardato Federica e le ho detto: "Amore noi non abbiamo vincoli, chi ce lo impedisce?" E infatti siamo partiti!
[Federica: libertà che abbiamo, perché possiamo lavorare ovunque nel mondo].
Verissimo! Dopo il lock down siamo tornati a viaggiare e a vivere tutte le emozioni della scoperta ed è bellissimo. Non posso chiedere altro, vero Fede?
Assolutamente no!
Basta fare il primo passo. La vera storia di un viaggio intorno al mondo
di Andrea Giuffrida
Autopubblicato – 27 ottobre 2021
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