Mattia Grigolo

Referenze

La raggia

| Flora Fusarelli

Da sempre garanzia di originalità e qualità del prodotto, Pidgin è una casa editrice indipendente «specializzata in libri sopra le righe e che insegue il mescolamento dei linguaggi e guarda al di là dei confini», secondo la definizione data, a ragione veduta, dal suo fondatore Stefano Pirone. Il superamento del linguaggio convenzionale è infatti ravvisabile non soltanto negli argomenti trattati nel catalogo, o nel nome stesso della casa editrice (il pidgin è un linguaggio nato, per esigenze comunicative, dalla fusione tra una lingua europea e una lingua indigena dell'Africa, del Sud-Est asiatico o dell'America), ma anche nella diversificazione degli stili di scrittura. Pubblicazioni quasi empiriche le sue che, spesso, hanno a che fare con gli ingranaggi della mente umana, con le sfaccettature degli animi e dei cuori. Basti pensare a La squilibrata, di Juliet Escoria che tratta il tema della malattia mentale, oppure alla solitudine disperata che si legge in Nascondersi di Jaime Fountaine fino ad arrivare al delicatissimo tema del lavoro dei Riders trattato in Fame di Natalia Guerrieri. Alla casa editrice si affianca poi la rivista Split, che persegue le stesse finalità mediante contenuti (soprattutto racconti, poesie e saggi) che ruotano attorno a una visione intima, viscerale e ancestrale dell’arte e della letteratura. Contenuti che sono stati tradotti anche in riviste letterarie americane con le quali l’editore collabora: New York Tyrant e PANK Magazine.
Se la cura attenta del design e le tematiche particolari la rendono una casa editrice di grande interesse, La raggia, nata dalla penna di Mattia Grigolo, non fa del resto eccezione.
Mattia Grigolo vive a Berlino dove ha fondato Le Balene Possono Volare, progetto di laboratori ed eventi creativi, la rivista letteraria Eterna e il magazine di approfondimento Yanez. Ha pubblicato racconti su diverse riviste e dunque non è propriamente un novizio in ambito letterario, ma questa è la sua prima opera narrativa.
Il protagonista di questa storia è un ragazzo che entra a gamba tesa nel cuore del lettore. Ci entra e lo sconvolge di tenerezza, lasciandolo disarmato e impotente.
Nel suo mondo demoniaco e complicato, lui scrive per stare meglio:

«Mi sono comprato questo quaderno coi quadretti per scriverci sopra i pensieri. Non lo so perché m’è venuta la voglia, forse per parlare con qualcuno che non è mio padre che manco mi parla e le poche volte che lo fa pare che sta facendo uno sforzo per non menarmi. Quando non mi mena per davvero. 
Forse scrivo per smettere di parlare con mia madre che non c’è più e così la smetto di chiederle senza che mi risponde mai».

Scrive per superare l’assenza di sua madre; scrive per superare il modo becero in cui suo padre lo tratta. Un modo così feroce da fargli considerare lo sputo del proprio genitore un’attenzione in più:

«Almeno oggi non ha solo menato, ha parlato e menato e sputato».

«Manco la soddisfazione delle botte mi ha dato».

«Quello pensa coi pugni e le sberle, non c’ha le parole per pensare».

Il protagonista combatte contro la rabbia, quella con la R maiuscola, quella che ti gestisce e ti afferra le viscere padroneggiando la mente e il corpo. La rabbia che ti porta a fare del male a chi più ami. Perché anche d’amore è fatta la rabbia. D’amore, odio e disperazione nei confronti di una vita della quale non si riescono a tenere in mano le redini.

«È la rabbia che c’ho dentro perché c’ho solo quella e niente altro».

«La rabbia che è mia e che viene fuori nel momento sbagliato senza che me ne posso accorgere».

Il paesaggio nel quale tale rabbia si palesa è quello silenzioso del bosco che diventa sì rifugio, ma anche cupo contenitore di pensieri profondi che non è sufficiente affidare alla carta di un quaderno. Un bosco popolato di presenze – reali o suggestive – che vegliano su una giovane vita che procede e si scompone, vittima di circostanze inevitabili e di un destino truce.
Il ragazzo ci prova, cerca attraverso i suoi metodi e le sue supposizioni – elementari ma profonde – di liberarsi dal male atroce che lo assale nei momenti più impensabili e gli fa perdere il senno. Non ci riesce e la scrittura diventerà l’unico strumento che rimarrà a testimoniare un’esistenza di grande volontà e di altrettanto orrore.
Non è di certo un inetto, ma semplicemente un ragazzo con il guizzo dell’intelligenza, ma anche con la sfortuna di chi ha già la strada segnata e non riesce a modificarla.
Pagina dopo pagina (attraverso una struttura rovesciata molto interessante), il lettore diventa così testimone di una parabola emotiva discendente, carica di naturale struggimento, che lascia attoniti per naturalezza e inevitabilità.
La scrittura diaristica rudimentale accentua la dicotomia dell’animo del protagonista stretto in una morsa dalla quale, nonostante gli sforzi, non riesce a liberarsi.
Il risultato è una novella dal sapore squisitamente sperimentale che cattura per la schiettezza e la scorrevolezza, che stupisce per la naturale descrizione della mente, talmente umana da diventare disumana.

 

Mattia Grigolo - La raggia

La raggia

di Mattia Grigolo
Pidgin Edizioni - 2022

  

 

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Flora Fusanelli

Flora Fusarelli

Appassionata di letteratura e autrice di numerose recensioni di libri, si occupa di editoria e ha pubblicato il suo primo romanzo "Le deboli".

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