Il Commissario Ricciardi, Vipera (dal web)

Referenze

Vipera

| Paola Rocco

Boom degli ascolti anche per il quinto episodio de Il commissario Ricciardi, la serie di Raiuno tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni. Andato in onda lunedì scorso, Vipera ha totalizzato ben 5.816.000 spettatori. 

L'omicidio di una giovane e bellissima prostituta (Daniela De Vita) al centro delle indagini del commissario Luigi Alfredo Ricciardi (il sempre ottimo Lino Guanciale) e del suo fedele luogotenente, il brigadiere Raffaele Maione (Antonio Milo), in lotta col crimine nella Napoli del ventennio fascista. 

Trovata cadavere nella sua stanza al Paradiso, la casa d'appuntamenti dove lavorava, la ragazza, soprannominata Vipera (come la vipera d'argento sinuosamente intrecciata sull'avambraccio che indossava sempre) è stata soffocata con un cuscino dopo una breve colluttazione. Sul comodino, accanto alla fotografia di un'anziana donna con un bambino in braccio e a qualche bottiglietta di profumo, una spazzola con alcuni lunghi capelli biondi impigliati tra le setole. Vipera, però, era bruna. 

Abbastanza variegato fin dall'inizio il ventaglio dei possibili assassini. Oltre al vecchio Ventrone (Emanuele Fabrizio La Marca), commerciante di arredi sacri e cliente fisso della ragazza ormai da diversi mesi, potrebbe aver deciso di toglierla di mezzo anche il vecchio fidanzato degli anni di gioventù, Giuseppe Coppola detto Peppe 'a frusta (Emanuele Vicorito). 

Che, dopo la violenza subita da una Vipera appena adolescente da parte di un signorotto locale, si era buttato anima e corpo nel lavoro, diventando il più ricco commerciante di frutta e verdura del Vomero e rendendo prospera la masseria di famiglia. E che, dopo aver rivisto per caso la ragazza proprio al Paradiso, cui i Coppola forniscono appunto frutta e verdura, se n'era invaghito di nuovo e le aveva proposto di sposarlo. 

Proposta di matrimonio che Vipera potrebbe aver deciso di rifiutare, scatenando la vendetta omicida dell'uomo. O forse, chissà, la gelosa rabbia del vecchio Ventrone, che in caso di risposta affermativa si sarebbe visto sottrarre l'amante.

Ma pure Madame Yvonne, la stagionata maitresse della casa, potrebbe aver nutrito rabbia e rancore nei confronti della ragazza, che se si fosse sposata avrebbe lasciato il bordello privandolo della sua principale attrattiva; e anche un'altra giovane prostituta, la bionda Lily (Nicoletta D'Addio), ce l'aveva con Vipera, che le aveva portato via il ricco commerciante d'arredi sacri...

A complicare il quadro anche l'arresto dell'incauto dottor Modo (un ottimo Enrico Ianniello), il medico dell'Ospedale dei Pellegrini portato via dai fascisti dopo l'ennesimo diverbio e sottratto in extremis al confino dal provvidenziale intervento di Livia Lucani vedova Vezzi (Serena Iansiti). Supplicata da un contrito Ricciardi, che qualche giorno prima l'aveva scioccamente offesa durante un imbarazzante incontro al Gambrinus, la donna ha chiesto a sua volta l'intervento dell'enigmatico Falco (Marco Palvetti, eccellente nel ruolo), il funzionario della polizia segreta incaricato di vegliare sulla sua incolumità durante il soggiorno a Napoli. 

Riuscendo appunto nella non facile impresa di sottrarre Modo al confino e conquistandosi la definitiva gratitudine d'un commosso Ricciardi.

Il Commissario Ricciardi, Vipera (dal web)

 Abbastanza casuale già nel libro, la soluzione del caso della prostituta uccisa si fa comunque strada nella mente del commissario in modo quasi irrelato in questa versione tv. Dove la storiella raccontata proprio da un dottor Modo fiacco ma non domo (appena fuori dalle grinfie di chi avrebbe voluto vederlo languire su un'isola assieme a altri oppositori politici) funziona come una sorta di miccia. Raggiungendo scatto dopo scatto le cellule grigie d'un commissario pur sempre col pensiero dietro al delitto e esplodendo nella finale deflagrazione della verità rivelata.

Il tutto sulla scorta appunto di una fortuita storiella raccontata a Modo durante il suo arresto. Quella d'un povero carbonaio che, ignaro delle fattezze del Duce (e chissà, forse persino della sua esistenza...), nello scorgerne il busto in marmo - com'è ovvio, del tutto privo di capelli - pensa che tale calvizie sia frutto dei pochi soldi a disposizione, che non hanno coperto le spese della chioma. E, certo di far cosa gradita, taglia la coda all'asino di cui si serve per trasportare il carico, piazzandola nottetempo a mo' di parrucca sullo spoglio cranio di pietra. 

Risultato: arresto immediato e confino.

A sua volta narrata dall'irriducibile anatomopatologo subito prima di tornarsene finalmente a casa, la storiella riporterà alla memoria di Ricciardi le lucide criniere e le folte code dei cavalli strigliati a colpi di spazzola da Pietro Coppola (Vincenzo Antonucci), il fratello minore di Peppe, nel cortile della masseria di famiglia. 

Facendogli intuire la reale natura dei lunghi peli biondi impigliati nella spazzola (crini di cavallo, appunto, e non capelli di donna o uomo che sia). E portando il fratello di Peppe 'a frusta (il frustino del Fatto, l'ultimo pensiero di Vipera) al centro del palcoscenico dell'omicidio. 

In ansia per la violenta infatuazione che ha nuovamente travolto il capofamiglia e offeso dai progetti matrimoniali di questi con Vipera (progetti che lo costringerebbero a rimandare il suo, di matrimonio, con la fidanzata Ines che vive già in casa), Pietro s'è infatti introdotto nella stanza della ragazza subito dopo che Peppe se n'era allontanato. Passando inosservato tra gli altri abituali fornitori della casa e uccidendo senza pietà la giovane donna, dopo aver appreso dalle sue labbra la decisione di sposare il fidanzato. E perdendo senz'accorgersene, durante la colluttazione, la spazzola di legno intagliato che portava in tasca.

Ammucchiata con altre cianfrusaglie sul ripiano del comò nella stanza della prostituta uccisa, nell'episodio tv questa spazzola (una normale spazzola per capelli, ci sembra, e non quella di legno intagliato descritta nel romanzo) risulta comunque e un po' incongruamente significativa per il commissario Ricciardi. Che, incuriosito dai capelli infilati tra le setole, diversi da quelli di Vipera, la mostra in giro chiedendo di chi possa essere, ricevendo le vaghe risposte del caso. Nella forzata convivenza della casa di piacere, infatti, le ragazze son solite scambiarsi flaconi e cosmetici e anche pettini e spazzole, come la stessa Lily confermerà senza problemi. 

Scagliata sul letto (e non tranquillamente poggiata da una parte), nel libro la spazzola suscita invece l'attenzione di Ricciardi appunto perché fuori posto. 

Accanto a spazzola, cipria e profumo, sul letto scomposto c'è poi naturalmente il cuscino che, premuto per pochi istanti sul volto di Vipera, ne ha causato la morte. 

In seguito si scoprirà appunto che la spazzola è caduta di tasca al minore dei Coppola durante la colluttazione con la vittima, e che l'uomo non se n'è accorto fino al ritorno a casa, dicendosi comunque d'averla persa per strada durante il tragitto col carretto della verdura. 

Altrimenti, è lecito pensare, non avrebbe accolto i due detective nel cortile della masseria intagliando un'identica spazzola (scena soppressa nella versione tv, dove Pietro compare in scena strigliando i cavalli con una specie di grosso spazzolone). 

Né forse avrebbe richiamato l'attenzione del commissario sulla splendida cavalla saura dalla criniera di seta beige oggetto delle sue cure. 

Inoltre nel romanzo Peppe 'a frusta è biondo, come la stessa Lily, la prostituta in gara con Vipera per le attenzioni del ricco Ventrone, e come sono biondi appunto i lunghi capelli rimasti impigliati nella spazzola e incollati al cuscino usato per soffocare la ragazza. 

Un colore che inevitabilmente convoglierà i sospetti di Ricciardi sull'ex fidanzato della giovane morta o, in alternativa, sull'amica e rivale: che già ha suscitato la sua diffidenza asserendo d'aver trovato lei il cadavere e dunque testimoniando il falso per ingraziarsi l'antico cliente. A trovar cadavere la ragazza è stato infatti proprio Ventrone.

Nero come il carbone e come il fratello minore Pietro, nell'episodio televisivo Peppe 'a frusta è incluso tra i possibili colpevoli solo in virtù del pregresso rapporto con la ragazza uccisa e di quell'eclatante proposta di matrimonio. Risultando in pratica azzerato o quasi un indizio che nel libro funge un po' da chiave di volta, nell'episodio televisivo perdono inoltre rilevanza anche i complessi rapporti d'amore e d'interesse che quand'era in vita hanno stretto Vipera in una morsa fino a soffocarla. 

Scompare, tra gli altri, il giovane Ventrone, il figlio del mercante d'arredi sacri che vede il buon nome del negozio - e, per conseguenza, i suoi introiti - sempre più compromessi dalla testarda, irresponsabile disinvoltura paterna. E che, in ansia anche per il probabile fallimento del suo progetto matrimoniale (è fidanzato con una facoltosa signorina d'irreprensibile famiglia), potrebbe aver visto con sollievo la scomparsa di Vipera e, con lei, del principale ostacolo all'agognato benessere.

E svanisce il particolare rapporto tra l'attempato Ventrone e Lily, la giovane prostituta forte e sbrigativa, perfetta per chiavare mazzate (nella partecipata descrizione di Bambinella, il femminiello interpellato in proposito da Maione): che, prima che la stordente bellezza di Vipera lo incatenasse per sempre, il ricchissimo e prodigo commerciante aveva eletto a compagna ideale per i suoi giochi erotici. Con soddisfazione reciproca, come la stessa Lily confiderà con rimpianto a Ricciardi, sottolineando un legame che nella versione televisiva risulta significativamente ridimensionato.

Piena di rancore, nel romanzo la donna potrebbe quindi a sua volta aver ucciso Vipera per riconquistare l'attenzione esclusiva del vecchio Ventrone: che, col suo abbandono, oltre all'ovvio danno economico ne ha ferito il cuore e l'orgoglio. L'amore e la fame, insomma, come sempre alla radice d'ogni delitto nella particolare filosofia del dolente commissario. 

Del resto, nel libro come nel film lo stesso Ventrone potrebbe a sua volta aver perso la testa di fronte all'imminente matrimonio della ragazza (che a quanto sembra aveva deciso di dir di sì a Coppola il giorno di Pasqua). Soffocandola col cuscino per poi toglierglielo dal viso, con rimorso e rimpianto.

E come già accennato potrebbe aver nutrito dell'astio nei confronti della ragazza pure Madame Yvonne, la tenutaria del Paradiso: una come sempre notevole Gea Martire (ve la ricordate? In Magnifica presenza di Ozpetek era l'affittuaria della casa infestata dai fantasmi, protagonista d'un memorabile duetto con Paola Minaccioni). 

Sposandosi, infatti, Vipera avrebbe privato la casa d'appuntamenti d'una delle sue principali attrattive, decurtandone i guadagni in un momento di grave difficoltà. Pur funzionando a pieno regime, infatti, il Paradiso riesce a malapena a pagare i fornitori per via dei debiti di gioco di Tullio, il figlio di Madame Yvonne, che ha ereditato il vizio delle carte dal padre (ammazzato in un vicolo dai creditori). Consegnando la madre a un'ansia perenne e spingendola a coprire i debiti a costo del fallimento della sua stessa attività. 

Assente nell'episodio tv è poi la madre di Vipera, cui la ragazza invia quasi tutti i suoi guadagni per sovvenzionare il mantenimento del figlio, frutto della relazione impostale dal signorotto dopo la violenza. Consentendo la costruzione della grande casa, dove l'anziana donna vive col bambino: senza per questo minimamente deflettere dall'astiosa condanna nei riguardi della figlia, che ha messo la vergogna in faccia al figlio e a tutta la famiglia col suo disgraziato mestiere. 

Fredda come il ghiaccio, nel romanzo la madre potrebbe aver ucciso Vipera proprio per ripristinare l'onore del clan: per quanto il benessere economico garantito dai puntuali versamenti della ragazza sia fin da subito visto come un radicale deterrente sia da Ricciardi che da Maione.

In quest'episodio arriva inoltre il primo bacio tra Ricciardi e un'impacciata Enrica (Maria Vera Ratti), corsa fuori casa nella sera di primavera per sfiorar con le labbra lo stupefatto commissario e poi scappar via. 

Episodio che nella saga di de Giovanni accade invece la notte della Vigilia, in Per mano mia: che cronologicamente precede Vipera, ma nella versione televisiva sembra sia stato inserito nella seconda serie, forse per non crear troppo contrasto col clima natalizio descritto nel libro (visto che, complice la pandemia, questi episodi stanno andando in onda a fine febbraio). 

Ed è sempre in Per mano mia che la giovane dirimpettaia di Ricciardi si rivolge a don Pierino, il piccolo prete della Chiesa di San Ferdinando (un ipnotico Peppe Servillo) per chieder consiglio in merito a quel voto di manzoniana memoria che, ne Il giorno dei morti, ha stretto con la Madonna di Pompei, la notte dell'incidente di macchina del commissario. 

Quando, travolta dall'angoscia, mentre l'uomo lottava tra la vita e la morte Enrica aveva promesso alla Vergine di rinunciare a lui se fosse sopravvissuto. 

Svincolata dal sorridente sacerdote a mo' di Lucia Mondella da questo voto di solitudine, che obbliga un'altra persona presumibilmente non consenziente (come le aveva fatto notare pure tata Rosa: “Uno può rinunciare a una cosa solo sua, non a quella di un altro. E voi con questo voto avete tolto una cosa importante pure a lui, che non ha promesso niente”), Enrica correrà dunque a ripristinare lo status quo.

Baciando per la prima volta un tremante Ricciardi e mettendo per la prima volta un tangibile freno alle persistenti mire della bella vedova Vezzi. 

Determinata e sicura nel romanzo, dove sembra aver finalmente capito che in realtà è tutto così semplice: se si vuole essere felici, bisogna darsi da fare per esserlo, Enrica è invece come di consueto tenera e buffa in questa versione televisiva: correndo un po' scompostamente tra le braccia di Ricciardi per poi scappar via in modo altrettanto disarticolato. 

Identico è invece il suo sbirciar dall'ombra d'un portone il saluto tra l'uomo e Livia, che ha accompagnato a casa in auto il commissario. In quest'episodio tv, offrendogli un passaggio dopo la serata trascorsa insieme a teatro per festeggiare il buon esito del salvataggio di Modo (facendo così bucare all'inconsapevole Luigi Alfredo la prima cena in casa Ricciardi di Enrica, che è stata invitata da Rosa). In Per mano mia, passando invece a prelevarlo in questura prima di recarsi a festeggiare il Natale in casa d'amici.

Comunque sia, la vista del commissario a spasso con Livia avrà l'effetto d'una frustata - per rimanere in tema... - sulla giovane Colombo, spingendola letteralmente tra le braccia dell'attonito Ricciardi.

E sempre nel precedente Per mano mia compaiono le prime avvisaglie della malattia cardiocircolatoria di tata Rosa (una toccante Nunzia Schiano), spostate invece in Vipera nella versione tv. Con quel bicchiere che sfugge di mano, frantumandosi al suolo in mille schegge taglienti come le lacrime che salgono agli occhi della vecchia tata, in ansia per la persistente solitudine del suo signorino e terrorizzata all'idea di lasciarlo in balia di sé stesso. La stessa tata che appunto spazzerà via col suo accorato buon senso i dubbi di Enrica, contribuendo alla svolta volitiva della ragazza.

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Paola Rocco

Paola Rocco

Autrice del romanzo giallo 'La carezza del ragno' e appassionata lettrice, scrive di mistery e venera Agatha Christie. Vive a Roma con il marito, la figlia e una gatta freddolosa detta Miss Poirot.

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