Il commissario Ricciardi, In fondo al tuo cuore (fonte: web)

Referenze

In fondo al tuo cuore

| Paola Rocco

Ultima puntata per Il commissario Ricciardi, la serie targata Raiuno tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni. Andato in onda lunedì scorso col consueto successo di pubblico, In fondo al tuo cuore ha totalizzato 5.908.000 spettatori, siglando la definitiva vittoria negli ascolti per questo prodotto ambizioso, di cui è già prevista una seconda serie (tratta dagli altri sei libri su Ricciardi).

Stavolta alla base delle indagini del commissario che vede i fantasmi (Lino Guanciale) e del brigadiere Maione (Antonio Milo) c'è l'omicidio del professor Tullio Iovine del Castello, illustre ginecologo e direttore di cattedra, precipitato dalla finestra del suo studio sul selciato del policlinico della regia università. 

Accanto al corpo ormai privo di vita, l'ombra traslucida sussurra all'orecchio del solo commissario l'ultimo pensiero: “Sisinella e l'amore, l'amore e Sisinella...”. Un nome, Sisinella, che non corrisponde a quello della moglie del professore, la signora Maria Carmela Iovine (Maria Angela Robustelli) e tuttavia appare inciso anche sul poderoso anello d'oro e diamanti chiuso nel cassetto della scrivania. 

Un altro, d'identica foggia ma un po' più piccolo - e col nome Maria Carmela all'interno della fascia - giace invece in bella vista sul piano del tavolo. Chissà, forse un dono per la legittima signora Iovine in occasione della festa della Madonna del Carmelo, che si celebrerà di lì a pochi giorni, il 16 di luglio, col consueto tributo popolare di devozione, congestionando ancor di più i vicoli già abitualmente brulicanti della città.

E mentre la feroce estate napoletana del '32 stringe nella sua morsa cose e persone, Ricciardi e Maione dovranno vedersela anche con l'improvviso ingarbugliarsi delle rispettive esistenze: il primo, registrando l'inspiegabile sparizione dell'amata dirimpettaia, la giovane Enrica Colombo (Maria Vera Ratti, come sempre efficace e divertente nel ruolo), partita senza un saluto alla volta dell'isola d'Ischia per far da maestra ai bimbi d'una colonia. Il secondo, scorgendo l'adorata moglie Lucia (Fabrizia Sacchi) sgattaiolare furtiva all'interno d'un palazzo: dove, come il geloso e sudato brigadiere apprenderà senza sforzo dal solerte portinaio, oltre a una sartoria per signore e a un paio di famiglie con bambini abita pure il gaudente gagà Raffaele Pianese, detto Fefè (Valerio Largo). Scapolo impenitente avvezzo alla generosa compagnia di ricche dame in età ma, di suo, irresistibilmente attratto dalle femmine bionde (proprio come Lucia...).

Anello centrale della catena di storie con protagonista il tormentato Ricciardi, In fondo al tuo cuore registra poi nel libro come nel film per la tv la persistente infatuazione per il commissario della bella Livia Lucani vedova Vezzi (una perfetta Serena Iansiti), protagonista in quest'episodio di un emozionante ritorno alla lirica durante una festa in maschera nella sua bella casa (festa a cui Ricciardi non si presenterà mai). E poi l'improvviso aggravarsi delle condizioni di Rosa (un'efficace Nunzia Schiano), l'anziana tata cilentana che assiste il commissario da quand'era bambino.

E che da qualche giorno, intuendo l'avvicinarsi della fine, s'è fatta raggiungere a Napoli dalla nipote Nelide (Veronica D'Elia), cui Rosa intende passar le consegne di casa e terreni: vista la testarda e incomprensibile riluttanza del signorino a formarsi una famiglia e la conseguente, dolorosa sparizione della dirimpettaia, partita da Napoli per cercarr di dimenticare chi non s'è mai concretamente deciso a farsi avanti... 

Tra l'altro durante il soggiorno a Ischia a insidiare la fedeltà della Colombo all'esitante Ricciardi ci si metterà pure un ufficiale tedesco, il prestante Manfred von Brauchitsch: un Martin Gruber dal fascino forse un po' più discreto rispetto al travolgente sex appeal del personaggio letterario.  “Uno di quelli che piacciono alle ragazze: capelli biondi, alto, con un bel sorriso e tutto il resto”, come la timida Enrica confiderà al padre rimasto a Napoli in una delle lettere della loro corrispondenza privata (questo Manfred per la tv invece ricorda un po' il professor Baher, il non più giovanissimo professore di tedesco che ruberà il cuore di Jo, la più testarda e indipendente delle Piccole donne).

Colpito dalla grazia ritrosa della giovane maestra, Manfred coglierà il pretesto d'una collanina smarrita da una delle piccole ospiti della colonia - e da lui recuperata nel boschetto vicino alla spiaggia - per presentarsi a Enrica e circondarla d'attenzioni. 

Altra leggera variante rispetto alla versione letteraria, dove i due si parlano per la prima volta quando lui si tuffa atleticamente tra le onde per recuperare una delle bambine, spintasi troppo al largo e per nulla intenzionata a tornare indietro. Identico invece l'intempestivo sopraggiungere sull'isola del combattuto Ricciardi, avvicinato dal padre di Enrica e da lui persuaso a spiegarsi infine con la ragazza: arrivo che coincide col primo appuntamento tra Manfred e la Colombo, catapultando l'impietrito commissario di fronte al primo (per quanto riluttante) bacio tra i due.

Nel frattempo ricoverata d'urgenza all'ospedale dei Pellegrini per una sincope apoplettica, tata Rosa sarà assistita da un pessimista, dolente dottor Modo (Enrico Ianniello), incapace di spegnere del tutto la speranza di Ricciardi e tuttavia sicuro che le cose non possano evolvere altro che tragicamente. E dalla stessa baronessa Marta Ricciardi di Malomonte (Chiara Conti), la mamma del commissario (affetta, in vita, dalla maledizione del Fatto come lo stesso Luigi Alfredo): scomparsa giovanissima e adesso aleggiante ai piedi del letto in sommesso dialogo con la vecchia tata.

Il tutto mentre il cadavere schiantato al suolo chiede giustizia per la sua vita troncata e anche per assolvere dall'infamante sospetto di suicidio l'illustre professore: padre, tra l'altro, del piccolo Federico, sulla cui esistenza appena agli inizi non devono esserci ombre, come la madre Maria Carmela rammenterà al commissario.

Ricciardi e Maione s'impegneranno così in un'indagine resa ancor più complessa dalla fitta rete di relazioni del defunto: che prima d'esser trovato cadavere era stato minacciato di morte da Peppino il Lupo (Ettore Nigro Brinkmann) ovvero Giuseppe Graziani, giovane d'onore e astro nascente della malavita dei quartieri, da pochi giorni soltanto rimasto vedovo dell'adorata Rosinella, uccisa da una gravissima emorragia mentre dava alla luce la loro primogenita. Assistita nella prima e difficile gravidanza proprio dall'illustre ginecologo, il migliore di tutti, la Graziani è morta dissanguata mentre il Lupo e i suoi uomini battevano palmo a palmo la città alla ricerca di Iovine, di turno in ospedale la notte del ricovero e tuttavia introvabile...

E c'è poi appunto Sisinella (Vivian Altieri), la giovane amante del dottore, installata in un appartamentino al Vomero e coinvolta in una relazione con un suonatore di pianino (che potrebbe aver ucciso Iovine in un impeto di gelosia); e l'ombra intravista in anticamera la sera della morte del professore da Nicola Coviello (Luigi Iacuzio), l'abilissimo orafo cui il defunto aveva commissionato i due anelli uguali...

Scompare invece in quest'episodio per il piccolo schermo il motivo romanzesco della rivalità con Francesco Ruspo di Roccasole, antico compagno di studi un tempo in lizza come lo stesso Iovine per il posto d'aiuto del professor Rosario Albese, direttore del reparto di ginecologia, e poi travolto dallo scandalo per la sua relazione con una donna sposata. Svelata da una lettera anonima, la tresca all'epoca aveva escluso in automatico Ruspo dalla competizione, regalando l'ambito incarico a Iovine. 

Il quale, nel film come nel libro, dopo la prematura scomparsa dello stesso Albese, geniale ma cardiopatico, ne aveva sposato in seconde nozze la vedova Maria Carmela, sfruttandone il campionario di conoscenze in ambito accademico per consolidare la propria posizione e diventare a sua volta direttore. Regalandole un figlio, il piccolo Federico, giunto a consolare la mamma dopo l'improvviso aborto del bimbo concepito col primo marito... In seguito si scoprirà che artefice d'entrambe queste morti è stato lo stesso Iovine, mellifluo somministratore di tisane alla digitale e alla segale cornuta e poi reo confesso davanti alla moglie, costretta al silenzio dal timore d'uno scandalo che potrebbe nuocere al figlio (ma sotterraneamente intenta a mettere a punto la sua vendetta con l'aiuto di un antico amore degli anni di gioventù...).

Relegato in un letto d'ospedale dall'ultimo stadio della sua malattia, nel romanzo comunque il vecchio Ruspo è autore d'una lettera di minacce nei confronti di Iovine: lettera che sempre Maria Carmela consegnerà a Ricciardi nel corso del primo colloquio. Un motivo, questo dell'antica rivalità tra i due giovani assistenti di cattedra, inesistente nella versione televisiva, così come necessariamente assente risulta il personaggio di Guido Ruspo, il figlio dell'anziano dottore, che Iovine ha già bocciato tre volte all'esame di ginecologia. Impedendogli così d'aggiudicarsi quella laurea in medicina che gli consentirebbe, adesso, d'assumere la direzione della clinica fondata dal padre dopo il forzato abbandono della carriera universitaria. 

Di proporzioni pressoché gigantesche nel libro - e non a caso descritto come una montagna dall'orafo Coviello, recatosi al policlinico la sera della morte di Iovine per consegnare gli anelli - e dunque perfettamente in grado d'afferrare il pur massiccio professore e scagliarlo fuori dalla finestra, nell'episodio tv il giovane Ruspo scompare totalmente. C'è solo quell'ombra accennata da Coviello e liquidata da Ricciardi come pura invenzione per ritardare le indagini.

Così come decisamente meno insistito appare il dettaglio delle lunghe e fortissime braccia e mani dell'orafo, allenate e irrobustite da decenni di lavoro: dettaglio invece più volte sottolineato nel libro. Come più distesa è la descrizione dell'amore di gioventù tra Coviello e Maria Carmela, la bambina dei bassi con cui, quand'era solo un ragazzino, l'uomo guardava partire le navi per l'America e che porta da allora in fondo al cuore... 

Lo stesso cuore d'oro massiccio, magistralmente sbalzato e lavorato, cui Coviello ha lavorato per anni, consegnandolo infine alla basilica del Carmine pochi giorni prima della festa del 16 luglio: ex voto che porta in sé il suo segreto e la sua motivazione, con quel nome, Maria Carmela, inciso sul fondo. E quella scritta lasciata su un foglio prima di togliersi la vita impiccandosi nella sua bottega: finalmente posso partire...

Più sfumata rispetto al libro anche la progressiva e travolgente disperazione del brigadiere Maione, persuaso che la moglie lo tradisca con l'azzimato Fefè. Sempre più congestionato e inavvicinabile man mano che i giorni passano e la presunta tresca di Lucia diventa certezza, Maione verrà salvato in extremis da una compunta Bambinella (il femminiello interpretato da uno straordinario Adriano Falivene) che lo convoca in chiesa; nel libro, al Gambrinus, riservato per l'occasione a loro due soltanto, un po' come il ristorante monopolizzato da De Niro in C'era una volta in America

Svelandogli infine il reale motivo delle visite di Lucia allo stabile dove abita il gagà: la donna, in ansia per il marito che s'ammazza di lavoro per far quadrare i conti, s'è fatta assumere per qualche ora al pomeriggio dalla sartoria ospitata nel palazzo. 

Riconsegnato alla vita dalla cruciale informazione, Maione si recherà quindi di nuovo da Sisinella, in prima battuta rimproverata e disprezzata sull'onda dell'angoscia che gli stringeva il cuore; e un po' anche del sinistro risuonare, nel proprio intimo, del vecchio adagio secondo cui le donne a niente pensano fuorché a trovare qualcuno ricco abbastanza da farle vivere nel lusso. 

Consegnando alla ragazza il preziosissimo anello trovato nel cassetto di Iovine e a lei destinato, il nuovamente grazioso e benigno brigadiere consentirà dunque a Sisinella d'affrancarsi una volta per tutte dalla strada, vestendo un po' i panni della fata madrina e riconquistando la propria centralità luminosa al fianco dell'oscuro commissario.

Tra l'altro, dopo la morte di Iovine, Sisinella è stata prontamente abbandonata dal suonatore di pianino, persuaso che i soldi del professore siano ormai solo un ricordo e ben deciso a non farsi coinvolgere in una relazione con una puttana.

Nel complesso efficace e fedele trasposizione dell'omonimo romanzo di de Giovanni, quest'ultimo episodio registra come di consueto alcune ottime interpretazioni: su tutte, Guanciale, Milo, Ratti, Iansiti, Falivene, e poi Mario Pirrello nel ruolo del vicequestore Garzo (compare solo per pochi minuti, ma è straordinariamente divertente). Efficaci poi regia, costumi, scenografia, per un prodotto ambizioso e giustamente premiato dal pubblico. 

Attesa per la seconda stagione, confermata in questi giorni dalla direttrice di RaiFiction Maria Pia Ammirati a La Repubblica.

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Paola Rocco

Paola Rocco

Autrice del romanzo giallo 'La carezza del ragno' e appassionata lettrice, scrive di mistery e venera Agatha Christie. Vive a Roma con il marito, la figlia e una gatta freddolosa detta Miss Poirot.

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